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    PROSPETTIVA 22/Nel segno di Masaccio

    21:00-23:00
    2022.07.20

    Le notti DELL’ARCHEOLOGIA

    Mercoledì 20 luglio, ore 21:00

    Pieve di San Pietro a Cascia e Museo Masaccio d’arte sacra

    Presentazione dell’installazione di arte digitale generativa “Prospettiva 22”, a cura di La Jetée. A distanza di seicento anni, la matematica che metteva al centro della rappresentazione lo sguardo dello spettatore e che consentì a Masaccio l’applicazione della prospettiva all’arte visiva del suo Trittico, ha permesso oggi di sviluppare sofisticati algoritmi di computer vision.

    “Prospettiva 22” fonde fisico e digitale, algoritmi, light art, sound ambisonico generativo e dati biometrici per portare lo spettatore dentro l’opera, facendola battere a ritmo del proprio cuore. L’installazione prenderà vita in un crescendo luminoso e sonoro, immergendo lo spettatore in un’esperienza emotiva, visiva e sonora unica.

     

    L’appuntamento è organizzato insieme al Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino e Regione Toscana

    Info: Maria Italia Lanzarini      telefono 3338243091

     

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STORIA GEOLOGICA DELLE BALZE

La penisola italiana è il risultato dello scontro lento ma continuo tra la placca tettonica africana e quella europea: grazie a queste spinte telluriche, iniziate circa 25 milioni di anni fa, si sollevò la catena dell’Appennino. Gli strati rocciosi si sollevarono dal fondo del mare, dove si erano formati, e divennero montagne: poiché nel frattempo la pressione delle placche tettoniche si era esaurita, si sono originate molte fosse in tutta la zona appenninica: il Valdarno è una di queste conche, tra le più grandi. Quando il fondo del Valdarno cominciò lentamente a sprofondare, le acque di scorrimento superficiale, vi si accumularono, e formarono un lago.
Tra i due milioni e i centomila anni fa, i corsi d’acqua che scendevano dal Pratomagno accumularono nel lago e nei paraggi prima argilla e poi sabbie e ciottoli, i materiali di cui oggi si compongono rispettivamente la base e le pareti delle Balze.
I sedimenti portati dai corsi d’acqua al lago ne determinarono il progressivo interramento. L’attività erosiva è andata nei secoli modellando il terreno, finendo per formare colline tondeggianti al centro del bacino, mentre dove il suolo è più resistente all’erosione sono sorte le balze.
I borri e le acque di dilavamento causano l’arretramento delle pareti delle balze e ne provocano il crollo: esse si sgretolano gradualmente e si trovano a svettare isolate.
Questa terra, a lungo andare, cadrà sotto i colpi del tempo, ma ciò non accadrà domani né per centinaia di anni ancora: le balze saranno a lungo tra noi, a ricordarci la stupenda storia geologica del Valdarno superiore.

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