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I Castelli di Ostina

Il Castelvecchio di Ostina era situato circa un chilometro a sud del crinale della stretta collina che, compresa tra il torrente Resco ed il Rio di Luco, da Ostina si allunga verso Vaggio. Dell’insediamento restano labili tracce sul terreno: pochi tratti delle mura diroccate e frammenti ceramici d’impasto granuloso e di fattura scadente.

La prima testimonianza scritta del castello risale al 1060 quando il Vicario imperiale per il Valdarno presenzia alla stipulazione di un atto privato nella curia di Ostina. Nel 1186 l’insediamento risulta dipendente dalla Badia Fiorentina insieme al vicino castello di Luco. Sia Luco che Ostina vengono ceduti in feudo ai Pazzi di Valdarno, con i quali, negli anni compresi tra il 1209 ed il 1237, l’abate Bartolomeo è in questione perché in arretrato nel pagamento del tributo per i due castelli che, proprio per questa ragione, nel 1237 rientrano in possesso della Badia.

Nel 1305 il castello viene raso al suolo in seguito agli scontri tra guelfi bianchi e guelfi neri. Con questo episodio termina la storia del Castelvecchio e della sua chiesa di San Biagio; sulla stessa collina, in prossimità della chiesa di San Tommaso, ricordata già nel 1260, nasce un nuovo borgo: il Castelnuovo. Di esso si ha memoria nella documentazione notarile del XIV secolo ed ancora nel Catasto del 1427. Della conformazione urbanistica del castello restano poche tracce nell’attuale borgo a sud della chiesa: ben visibili i due assi centrali dell’insediamento, due chiassi di modeste dimensioni.

Per saperne di più:
Il castello nel contesto delle lotte tra Guelfi e Ghibellini

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