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Castello di Leccio

Sul luogo dell’antico Castello di Leccio, sulla cima di una collina alla destra dell’Arno, restano due case coloniche delle quali quella a sud-est ha inglobato le strutture del castello di cui sono ancora visibili la torre centrale, l’accesso principale sul lato nord, un portico duecentesco e la parete esterna nord della chiesa di San Salvatore. Sul retro continuano a riaffiorare frammenti ceramici di età medievale. Secondo lo storico Tracchi, ma l’ipotesi rimane da accertare, l’insediamento risalirebbe al periodo tardo romano e sarebbe sorto in prossimità di una deviazione della Cassia.

Del castello si ha memoria in diversi contratti del XII secolo, stipulati al suo interno e conservati all’Archivio dell’Abbazia di Vallombrosa. Il più antico è del 1169; il successivo, del 1170, ci dà la prima notizia della chiesa, alla quale sembra fosse annesso un monastero. Leccio e la sua corte continuano ad essere menzionati in contratti di compravendita del XIII secolo (1234, 1243). All’inizio del XIV secolo, castello e distretto erano incorporati nel territorio della Repubblica Fiorentina. Nel 1312 il castello fu occupato dalle truppe dell’imperatore Arrigo VII, e in seguito nuovamente ripreso da quelle fiorentine. Dopo questo avvenimento non troviamo altri riferimenti nelle cronache del basso medioevo.

L’abitato dovette sussistere fino alla fine del XVIII secolo, quando a causa del terreno franoso, la popolazione fu costretta a trasferirsi a valle nei pressi dell’oratorio di Santa Maria al Mercatale. Nel 1789 fu abbandonata anche la chiesa di San Salvatore interna al castello.

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