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STORIA DELLA FORESTA DI VALLOMBROSA

 

Ripercorrere la storia della riserva naturale di Vallombrosa significa in primo luogo conoscere la vita di San Giovanni Gualberto, protagonista di primo piano della riforma religiosa dell’XI secolo. Nato cavaliere da una nobile famiglia fiorentina (i Buondelmonti o, secondo altre fonti, i Visdomini) dopo una giovinezza violenta conobbe una profonda crisi mistica che lo portò ad indossare il saio dei benedettini del monastero di San Miniato al Monte di Firenze: lo animava un forte zelo di riforma religiosa, che lo portò in urto con l’abate ed il vescovo di Firenze, entrambi simoniaci. Per sfuggire alle persecuzioni della chiesa corrotta e fondare una nuova comunità cenobitica ispirata ai severi precetti della Regola Benedettina, si rifugiò in un’isolata località montana chiamata allora Acquabella, ed oggi Vallombrosa: qui fondò la comunità monastica dei Vallombrosani, destinata a giocare un ruolo importantissimo nella lotto contro la simonia.

Grazie a molte pie donazioni, le proprietà dell’Ordine si accrebbero: e mentre nelle fattorie dipendenti dal monastero si praticava l’agricoltura, attorno a Vallombrosa l’economia era a carattere silvo-pastorale: risale al XIV secolo l’inizio della coltivazione dell’abete bianco.
Fama e potenza di Vallombrosa richiamarono ad arricchire l’abbazia grandi artisti come il Perugino, e persino l’Ariosto la cita nell’ Orlando Furioso; anche il poeta inglese John Milton, che visitò la foresta nel 1639, vi trovò ispirazione per il suo Paradiso Perduto.

I monaci rimasero proprietari della foresta fino al 1866 quando, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, lo Stato italiano ne incamerò il patrimonio affidandone la gestione all’Amministrazione Forestale. Presso l’Abbazia sorse nel 1869 la prima Scuola Forestale Italiana, che nel 1914 assunse il nome di Regio Istituto Superiore Forestale (l’attuale facoltà di Scienze agrarie) e fu trasferita a Firenze.
Agli inizi del secolo scorso, Vallombrosa divenne una rinomata stazione climatica e punto di ritrovo di nobili e politici. Nel 1977 la foresta è stata dichiarata Riserva naturale biogenetica ed oggi, anche per la sua vicinanza a Firenze, è meta di escursionisti e appassionati.

 

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