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Castello di Arfoli

Dubbia è l’origine del Castello di Arfoli che, diversamente da quanto ritiene la maggior parte degli scrittori, non doveva trovarsi sul luogo della chiesa di Sant’Agata, bensì oltre un chilometro più in basso. Infatti, scendendo dalla chiesa verso est, su di una collina fra i due torrenti da cui ha origine il borro di Cognorsi, si trovano due case coloniche dai toponimi significativi: Castellaccio (314 m s.l.m.) e Poggio d’Arfoli (291 m s.l.m.).
La datazione risulta incerta, nonostante all’inizio degli anni ’80, Alvaro Tracchi abbia rinvenuto sul posto frammenti di ceramica post-classici, i quali rimangono però difficilmente databili.
I documenti più antichi conosciuti sono alcune carte dell’Abbazia di Vallombrosa risalenti al XIII secolo: si tratta di contratti e documenti relativi ai beni e alla vita nel castello. Nel XIV secolo si cominciano a trovare informazioni nella documentazione scritta sull’unione di Arfoli e Sant’Agata (Chiesa di Sant’Agata ad Arfoli). E’ probabile infatti che, in seguito alla rovina del castello, gli abitanti abbiano iniziato a gravitare nella zona della chiesa. Del comune di Sant’Agata in Arfoli si conservano Statuti presso l’archivio parrocchiale.
Secondo E. Repetti sul castello ebbero potere i conti Guidi e gli Ardimanni di Figline.

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