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Castello di Viesca

Alla destra dell’Arno, sulla sommità di una collina (223 metri s.l.m.) difesa da torrenti Resco e Rio di Luco, si trovano ancora lunghi tratti di fondamenta: sono le tracce della cinta muraria dell’importante Castello di Viesca, molto più evidenti, al giorno d’oggi, su quelli che erano i versanti settentrionali della fortificazione. L’oliveta che adesso ricopre il poggio su cui un tempo torreggiava il Castello continua a restituire numerosi frammenti di ceramica basso-medievale, tanto che si è ipotizzato che ospitasse anche una fornace.

Nel XIII secolo il Castello di Viesca apparteneva ai Conti Guidi, come prova un documento del 1218 presentato alla cancelleria dell’Imperatore Federico II, in cui gli abitanti del Castello testimoniano che esso faceva parte, assieme alle ville di Rona e Monocoro, dell’eredità del celebre Guido Guerra. Nel 1220 l’Imperatore confermò all’illustre famiglia comitale il possesso di oltre duecento castelli, fra i quali anche Viesca.

Sul finire del XIII secolo, il Castello entrò nell’orbita del Comune fiorentino, ma i Conti Guidi continuarono, con alterne vicende, a farvi valere i propri diritti. Come si legge nella Cronica del Villani, «nell’anno 1293 per ordine del popolo molte giurisdizioni si riacquistarono per loro comune […] e toltesi a’ Conti la giurisdizione di Viesca e del Terraio e Ganghereta».

Alcuni anni più tardi però, a quanto pare, i Guidi rientrarono in possesso del Castello: Villani ci informa di una sollevazione contro i conti avvenuta nel Valdarno nel 1336, e fra i castelli in rivolta è menzionato anche Viesca. Il Repetti, nel suo Dizionario, asserisce che la Repubblica Fiorentina si impadronì del Castello proprio grazie ai disordini: Viesca «fu rilasciata dai conti Guidi ai Pazzi di Valdarno, i quali ne pagarono l’annua enfiteusi finchè gli uomini di Viesca nel 1336 essendosi loro ribellati, la Repubblica Fiorentina s’impadronì di detto castello e sue pertinenze togliendo ai Pazzi ogni giurisdizione civile e politica sopra quei popoli».

L’occupazione di Firenze alleviò certamente le condizioni degli abitanti del castello, ma non ne migliorò il mantenimento: rifortificata nel 1350, Viesca risulta ancora cinta da mura nel 1427.

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