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Castelvecchio di Cascia

Due case coloniche occupano il sito del Castelvecchio sulla sommità della boscosa collina situata circa 2 km a sud-ovest della pieve, sulla sinistra della strada che da Borgo a Cascia scende a Montanino; le due case conservano il significativo toponimo di Cascia Vecchia. Oltre al toponimo l’elemento più interessante di questa collina è l’aver constatato come al limite del pianoro, sul lato nord, esiste ancora un tratto di circa 50 m di cinta muraria in pietre saldamente cementate, e, all’estremità di questo, il basamento di una torre angolare quadrata. Inoltre, sul versante meridionale, framezzati da alcune terrazze, si trovano altri pezzi di muri dello stesso tipo, nonché tratti dell’antica strada a tornanti di accesso al castello. I ruderi sono attualmente in fase di completo disfacimento.

La storia
Il castello era sorto probabilmente dall’incastellamento di una corte e, ancora, tra XIII e XIV secolo il distretto castellano è nominato nella documentazione con il nome di Corte di Cascia, come si rileva dal toponimo di due chiese esistenti nella zona: San Siro de curte Cascie e Santo Stefano de curte Cascie, elencate nel Decimario fiesolano del 1301.

Il castello di Cascia, menzionato per la prima volta nel 1066, è ricordato nei documenti del Basso Medioevo come Sant’Andrea a Cascia dal nome del santo titolare della chiesa interna alle mura. Nel 1134 il castello è il luogo di stipula di una vendita del Monastero di San Vigilio a Siena; nella stessa serie di vendite alcune sono stipulate nel Castelnuovo di Cascia.

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